Il 29 ottobre del’18 in una fredda mattina a Serravalle prima di Rovereto,
Camillo Ruggera, ufficiale dello Stato maggiore austriaco, di madrelingua
italiana, nato in Val di Fiemme lascia con 2 trombettieri e una bandiera
bianca le linee austriache e va verso le postazioni italiane, è stato delegato
dal generale Weber a presentare una richiesta d’armistizio.
Dalle postazioni italiane partono alcuni colpi di mitragliatrice che
feriscono a una gamba uno dei trombettieri e spezzano l’asta della
bandiera bianca, facendo cadere in un fossato il drappo. Poco dopo il
suono delle trombe dalle linee italiane segnala che la richiesta di un
colloquio è stata compresa.
L’ufficiale Ruggera fa approntare un’altra bandiera bianca e con il
trombettiere incolume presenta le sue credenziali e chiede il soccorso del
trombettiere ferito. Il 3 novembre a Villa Giusti tra Padova ed Abano
Terme, in serata, viene firmato il trattato tra Italia ed Austria. Questo breve
racconto è tratto da “Le giornate di Villa Giusti- Storia di un armistizio” di
Giuliano Lenci. L’11 novembre anche la Germania chiede la pace. E’la
fine della prima guerra mondiale.
Il bilancio è di 600.000 caduti italiani, 1.400.000 di francesi, 1.800.000 di
tedeschi, 1.300.000 di austroungarici, 1.600.000 i morti in Russia che nel
frattempo aveva avuto la Rivoluzione d’Ottobre ed era uscita
anticipatamente dalla guerra firmando un trattao di pace con la Germania e
perdendo moltissimi territori, Polonia, Finlandia, Estonia etc. Un conflitto
mondiale quindi che cambiò per sempre il volto dell’Europa determinando
la scomparsa dei principali Imperi, quello tedesco, l’Impero Austro-
Ungarico, l’Impero Russo e l’Impero Ottomano.
Di quest’ultimo, cioè dello smembramento dell’Impero ottomano e di
quello che ne è derivato poco e forse niente si è studiato a scuola, poco si
conosce della dinamica politica che si è sviluppata, eppure le conseguenze
le viviamo e ci riguardano eccome, sono sotto casa nostra, quindi un
aspetto delle conseguenze della prima guerra mondiale completamente
sottovalutato che però è indispensabile per capire l’attuale situazione
medio orientale. Parliamo di storia quindi per capire anche la modernità.
L’Impero ottomano fu un Impero dalla vita lunghissima, dal 1299 al 1922,
quando il movimento repubblicano guidato da Ataturk Kemal depose il
sultano Mehmed VI e istituì l’attuale Repubblica turca, un Impero quindi
durato 623 anni, e molto esteso nel momento di massimo splendore (XVI-
VXII secolo), multietnico e multilinguistico, andava dai confini
meridionali del Sacro Romano Impero, alle periferie di Vienna e della
Polonia a nord, allo Yemen ed Eritrea a sud, dall’Algeria ad ovest sino
all’Azerbaigian ad est con un controllo dell’Oriente e del Nordafrica.
All’inizio del secolo scorso era già un Impero in crisi, aveva perso buona
parte dei territori balcanici, e l’Est Europa nel Settecento, nell’Ottocento
aveva perso la Grecia, l’Algeria, la Tunisia, nel 1908 l’Impero subì la
Rivoluzione dei Giovani Turchi, saranno poi i protagonisti degli eccidi
armeni, nel 1911 ci fu la guerra italo-turca e la Cirenaica e la Tripolitania,
quindi la Libia divennero territorio italiano, i Turchi però mantennero una
sovranità religiosa sulle popolazioni musulmane. Nel 1912 e nel ’13
subirono le 2 guerre balcaniche perdendo l’Albania e gli altri territori
europei. Alla vigilia della Prima guerra Mondiale l’Impero ottomano
controllava la Siria, il Libano, la Palestina, la Penisola Arabica, l’Egitto
era parte dell’Impero come stato autonomo, di fatto però un protettorato
britannico.
Di questo smembramento e delle ricadute che ne sono derivate sino ai
nostri giorni ne parliamo con l’Ammiraglio Fabrizio Maltinti e l’onorevole
Miche Graduata.
Giovanni Galeone
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