Un libro lucido e senza sconti “Le colpe del Sud” edizione Manni Editori, scritto dal direttore del Nuovo Quotidiano di Puglia Claudio Scamardella che dopo una prima parte incentrata sul ripensamento della questione meridionale dedica la seconda parte alla Puglia e al Laboratorio Salento. La Puglia è la regione che, negli ultimi anni, più di tutte ha incubato ed elaborato le varianti e le contraddizioni del “sudismo” sia di governo che di opposizione, un sudismo impastato di sovranismo e antimodernismo.
Dove, quando e perché abbiamo sbagliato noi meridionali? Se dai tumultuosi cambiamenti degli ultimi trent’anni è uscito un Sud ancora più debole, decomposto, rassegnato, e con la prospettiva di una ravvicinata desertificazione umana e produttiva, qualcosa abbiamo sbagliato, anzi molto. Stiamo tuttora sprecando le straordinarie opportunità offerte dai nuovi scenari geopolitici e geoeconomici che stanno collocando il Mediterraneo al centro degli imponenti traffici tra l’Europa e l’Estremo Oriente e fra l’Europa e l’Africa.
Abbiamo sbagliato per esserci ingannati da soli, finendo per tradire noi stessi e rischiando di consegnarci, a capo chino e a mani alzate, a chi ci ha umiliati, offesi e accusati delle peggior nefandezze. Le colpe sono delle nostre classi dirigenti, della cultura e delle élite intellettuali e di un popolo da troppi secoli ostaggio dell’indifferenza e del populismo, di una società civile complice dello sfascio e non vittima della politica.
Abbiamo sbagliato nel non aver capito che la vecchia questione meridionale si era sciolta trent’anni anni fa, assorbita nell’alveo della questione mediterranea e diventando la questione meridionali con la i finale, che può essere affrontata e risolta innanzitutto dai meridionali.
Abbiamo sbagliato a non capire che il fallimento delle politiche pubbliche nel Sud non era dovuto solo alla quantità delle risorse disponibili, ma soprattutto alla scarsa qualità della spesa e a quel maligno circolo vizioso tra società decomposta e disordine politico che tiene prigioniero il Mezzogiorno, gli impedisce di costruire un’idea-forza fondata su una missione strategica nel mondo nuovo proiettato nel terzo millennio, una missione nel nome e nel conto dell’intero Paese e da seguire con l’intero Paese.
Le allucinanti vicende della Xylella, della Tap e dell’Ilva, temi sensibili e di rilievo nazionale, ma soprattutto di facile manipolazione nella formazione del sentimento pubblico hanno dimostrato le disastrose conseguenze a cui un territorio va incontro quando la politica e le istituzioni rincorrono tutte le piazze reali e digitali, del ribellismo, parlando il linguaggio del consenso, anziché il linguaggio della verità, ricercando la popolarità anche se in contrasto con l’etica della responsabilità.
E sul Salento che ha saputo imporsi come terra di vacanze, glamour, relax l’autore invita a non cedere all’ottimismo patinato da cartolina, il territorio vive una fase di cambiamento il cui approdo non è scontato, meglio non lasciarsi sedurre solo dalle luci e dal divertimentificio estivo, il Salento resta una terra di crisi e sofferenze, di bisogni e diritti ancora negati e dove la lacerazione degli affetti, con la divisione tra genitori e figli che emigrano senza più tornare, non accenna a diminuire. La spirale decremento demografico-fuga dei giovani-invecchiamento rischia di consegnarci, nel breve periodo, una terra spopolata, un luogo per soli anziani o per turisti. E’ necessario che le classi dirigenti locali assumano una maggiore responsabilità rispetto alle sfide dello sviluppo, mettendo in rete progetti e competenze per imporre un federalismo dal basso che superi un neocentralismo regionalista che allontana e deresponsabilizza.
-Darà il via all’Evento, salutando a nome dell’Associazione G. Di Vittorio,
il Dott. Giovanni Galeone (Presidente dell’Associazione);
-Dialoga con l’Autore il Prof. Francesco Fistetti (Ordinario di Filosofia presso l’Università di Bari)..
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