INTRODUZIONE di Norma De Francesco
Buonasera e benvenuti a tutte e a tutti. Portando il saluto dell’Associazione
“Giuseppe di Vittorio” che in questo momento rappresento, non posso non dedicare
un saluto affettuoso al nostro caro e prezioso Presidente rivolgendogli un augurio di
pronta guarigione affinchè con il suo smalto e la sua energia possa continuare a dare
lustro e valore aggiunto non solo alla nostra Associazione, ma anche all’intera
comunità mesagnese in nome e per conto di quella passione, quella della CULTURA
,intesa alla latina di “coltivare” idee , curiosità per i fatti del mondo e della vita!
Ed ora procediamo al programma della serata “Totò e Trilussa”, la poesia popolare e
satirica : prima di passare la parola ai 2 illustri ospiti di stasera, acconsentite un paio
di considerazioni su questi 2 grandi autori della scena italiana: Antonio De Curtis, in
arte Totò e Carlo Alberto Camillo Mariano Salustri in arte Trilussa.
Totò, soprannominato “il principe della risata” è stato uno dei maggiori interpreti
della storia del teatro e del cinema italiano, uno che anche da fuori dalla recitazione
ha lasciato contributi come drammaturgo, poeta, paroliere, compositore, cantante.
La sua visione del mondo divideva l’umanità in Uomini e Caporali, dove i primi si
adattano a situazioni tenendo fede ai propri princìpi, e i secondi danno sfogo alle
loro frustrazioni prevaricando sui più deboli.
Totò ha dato un’impronta del suo pensiero in ogni film e in ogni spettacolo nei quali
il comun denominatore era lo sberleffo ai potenti, immaginando un utopico riscatto
degli umili. Totò rappresenta l’indissolubile dualismo di un uomo che ha dato
un’impronta indelebile sia nell’arte che nella cultura italiana. Probabilmente è stato
questo dualismo ad ispirare Totò quando ha scritto “‘a livella”, che induce a
riflettere sull’eguaglianza degli individui di fronte alla morte, che “livella” l’umanità
con lo stesso peso e la stessa misura. Egli adoperò una propria UNICITA’
INTERPRETATIVA che risaltava sia in copioni puramente brillanti sia in parti più
impegnate ed imparò l’arte dei GUTTI, ossia di quegli attori che recitano senza
COPIONE ben impostato, pronto a sbeffeggiare i potenti quanto ad esaltare i bisogni
e gli ISTINTI UMANI PRIMARI : la fame, la sessualità, la salute mentale .Egli stesso
era del pensiero che “LA MISERIA è IL COPIONE DELLA VERA COMICITA’ e che non si
può essere un VERO ATTORE COMICO senza aver fatto LA GUERRA CON LA VITA!
Trilussa
Con un linguaggio arguto, appena increspato dal dialetto borghese, ha commentato
circa cinquant’anni di cronaca romana e italiana, dall’età giolittiana agli anni
del fascismo e a quelli del dopoguerra. Il Trilussa dei sonetti concentra la sua
attenzione sulla cronaca spicciola della Roma borghese e piccolo-borghese, non solo
per cogliere il contrasto fra le apparenze e la verità della vita e della società, ma per
esemplarlo o tipizzarlo in situazioni, figure e macchiette, con spirito caustico e
insieme divertito, scettico e pur venato a momenti d’una malinconia crepuscolare, di
una riflessione sconsolata, qua e là corretta dai guizzi dell’ironia, sugli amori che
appassiscono, sulla solitudine che rende amara e vuota la vecchiaia, dunque i suoi
versi sono pieni di satira graffiante e di romantico e struggente sentimento. La
chiave di accesso e di lettura della satira del Trilussa si trovò inoltre nelle favole la
cui morale non fu mai generica e vaga, bensì legata ai commenti, quasi in tempo
reale, dei fatti della vita.
Cosa hanno in comune questi 2 grandi Autori più o meno contemporanei? Lo
scopriremo insieme stasera con le narrazioni di Mimmo Tardio e con la lettura
espressiva di Mario Cutrì.
Mimmo Tardio
Nasce come docente, ma il suo amore per la lingua scritta e per i fatti dell’animo
umano lo fanno diventare scrittore, formatore, organizzatore eventi culturali con
competenze sedimentate nell’ambito della scrittura autobiografica e creativa, messe
alla prova di centinaia di laboratori ed incontri !Ha pubblicato 2 romanzi
autobiografici Come pure consolidate sono le competenze nell’ambito della
formazione degli adulti, Ha pubblicato anche diversi saggi sulla poesia dialettale
brindisina . Dal 2010 conduce corsi sull’analisi e sulla scrittura del testo teatrale per
la “Scuola d’arte drammatica Talìa” di Brindisi e collabora dal 1998 con “La
Settimana di bambini del Mediterraneo” di Ostuni con i laboratori sulla narrazione
autobiografica. Ha collaborato con l’Università agli Studi di Bari, sulla scrittura dei
docenti e degli alunni, sulla didattica dell’Italiano, sulla pedagogia della memoria e
sulla narrazione in genere in una ricerca continua , tra mille interessi e curiosità,
sugli uomini e la vita, di una sua voce poetica e narrativa originale.
MARIO CUTRI’
Presidente della Bottega del Teatro. Da un monaco benedettino amante di teatro
ha avuto la sollecitazione ed è stato avviato all’arte della recitazione che da allora
non ha più lasciato. Tra musica, teatro e poesia , con una voce profonda che
accarezza i sentieri dell’anima, da anni ormai svolge attività teatrale ed è grande
appassionato di Totò e cultore della cultura partenopea. Ha messo in scena
numerosissimi spettacoli di grande valore ed ha ricevuto importanti
riconoscimenti. La sua personalità artistica è stata influenzata sicuramente
da Napoli, egli stesso dichiara che da sempre è innamorato di Napoli, della poesia,
del teatro napoletano, ed il Salento, secondo M.Cutrì, ed anche tutte le zone della
Puglia, sono quelle che si avvicinano molto alla città partenopea per la creatività
musicale ed artistica, per il calore della gente: trova in loro delle affinità, degli
elementi comuni.
Ed ora, per dirlo alla Totò, tra BAZZECOLE, QUISQUILLIE E PINZELLACCHERI VI lascio
alla sapiente regia di Mimmo Tardio e vi auguro buon divertimento!
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