“Rendere possibile l’impossibile fino a rendere possibile la realtà”
Con questa frase il cantautore pugliese Caparezza riesce ad esprimere una delle principali ragioni che hanno spinto molti di noi a prendere parte al campo E!State Liberi!, campo di formazione e impegno sui beni confiscati organizzato a Mesagne dal 9 al 15 Luglio presso la Cooperativa Sociale “Terre di Puglia – Libera Terra”. Nonostante il nostro essere costantemente esposti ad un bombardamento di negatività, che ci demotiva, vogliamo comunque credere nella possibilità di cambiare il mondo in cui viviamo.
È un piccolo lume di speranza che vogliamo coltivare insieme. La possibilità di concretizzare questo nostro desiderio, insieme alla volontà di formarci sono i due principali stimoli che ci hanno portati qui.
L’esperienza formativa del campo è stata composta sia da una parte fortemente emotiva, che da una pratica; e anche con i limiti che quest’ultima ha avuto a causa delle esigenze del territorio, ha comunque contribuito alla nostra personale crescita.
Ogni momento di confronto ha avuto su di noi un forte impatto a livello emotivo, risvegliando la nostra voglia di essere parte attiva della società, già a partire dall’interessante incontro con il Sindaco di Mesagne, Pompeo Molfetta, che il primo giorno, presso la sede dell’Associazione “Giuseppe Di Vittorio”, ci ha raccontato le vicende criminali ma anche la reazione e le bellezze della città.
Due sono le persone in cui abbiamo riscontrato la stessa voglia di credere che ci ha spinti a partecipare al campo. Il confronto con il giornalista Marco Omizzolo – invitato da Arci Brindisi presso Spazio d’autore in Piazza Commestibili per il campo della legalità ARCI che contemporaneamente si svolgeva a Tuturano – ci ha infatti mostrato come sia realmente possibile, grazie all’indignazione e all’impegno, apportare cambiamenti concreti. Ed allo stesso modo, attraverso il racconto delle storie delle vittime innocenti di mafia, abbiamo visto nel responsabile del campo Valerio D’Amici, l’emblema di come l’amore per il proprio territorio, non privo di un’analisi oggettiva delle problematiche di quest’ultimo, possa sensibilizzare ed emozionare. Lui, tramite Libera, è infatti riuscito, grazie all’empatia che si genera dalla condivisione, a portare anche noi non più solamente a volere credere, ma a credere davvero nella realizzazione di un cambiamento concreto.
Abbiamo avuto la fortuna di entrare in contatto con molte persone profondamente immerse nel loro territorio; durante questa settimana siamo stati accompagnati anche da Amedeo, lui è la prova dell’impegno diretto e pratico che si può mettere per migliorare il proprio paese. E lo è anche Sabrina Fonte, la figlia di Renata Fonte, vittima innocente di mafia, che questo campo ci ha dato la possibilità di incontrare. Il racconto diretto della sua esperienza è stato emozionante e toccante. È stato come vivere sulla nostra pelle la sua esperienza, provare le sue stesse sensazioni e vivere il suo stesso dolore. A lei, come per tutti i famigliari delle vittime, va la nostra gratitudine; lo sforzo che infatti fanno nel raccontare ogni volta le loro storie è importantissimo, soprattutto in un mondo sempre più focalizzato sull’istantaneità del momento e che si dimentica di ricordare.
Questi giorni di riflessioni ci hanno fatto capire come l’agire attivamente nella nostra società sia possibile, e come soprattutto sia nostro diritto e dovere. Molti tra di noi hanno messo in discussione se stessi ed i propri progetti di vita in seguito a questa intensa settimana. È emersa in tutti una urgente voglia e necessità di trasmettere ciò che si è imparato, e che ci ha migliorati come persone.
Non possiamo che ringraziare Libera e tutti coloro che rendono possibili questi campi. Fate qualcosa di davvero importante. Grazie.
Angela Falezza, Anna Ceccarelli, Federica Attanasio, MatildaVitiello, Riccardo Zaccarini, Sara Coccaro, Laura Gnudi, Raffaele Talamini, Melissa Loza, Silvia Di Gravina, Elisabetta Brocero, Francesco Maino.
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